Reggio Emilia

by Lo zio Giorgio on 20 settembre 2008

Nessuno potrà mai descrivere cosa si prova ad essere di Reggio Emilia. Solo un reggiano potrebbe, ma gli abitanti di Reggio Emilia hanno il Q.I. di un’oloturia*, il che comporta che nessun reggiano capisca cosa significhi essere di Reggio Emilia. Per cui nessuno potrà mai descrivere cosa si prova ad essere di Reggio Emilia. Quod erat demonstrandum.

Reggio Emilia è uno di quei posti nel cuore dell’Emilia Rossa di cui dice un gran bene Nanni Moretti nel suo film Aprile, per via degli asili migliori del mondo, degli ospedali, i servizi eccetera. Ovviamente Nanni Moretti non ha il Q.I. di un’ oloturia*, quindi si guarda bene dall’andare a vivere a Reggio Emilia, però la sua descrizione non è del tutto fallace. Quando Berlusconi ha dovuto subire un particolare intervento, dove è stato portato? Ma all’ ospedale di Reggio Emilia (utilizzando così finalmente lo spazio di atterraggio per elicotteri che insieme alla richiesta d’ aiuto a Batman da proiettare sulle nuvole tanto costò ai contribuenti), per il motivo che in tale ospedale lavora uno dei più bravi anestesisti del Belpaese, che però, essendo reggiano (mi pigliasse un canchero se mi lasciassi sfuggire l’occasione di consegnare al Mondo questo aneddoto che giuro essere vero), si è presentato per l’operazione indossando una maglietta di Che Guevara. Tiè, Silvio! Che meraviglia, neanche a Livorno la gente ha una verve e uno spirito simile (se si dovesse scoprire che l’anestesista dell’Ospedale di Reggio Emilia è in realtà nato a Livorno dimenticate tutto ciò che ho detto). Reggio Emilia è una cittadella fatta per i cultori del bicchiere mezzo pieno, in quanto se ci passi la vita non ti potrà mai succedere niente di bello, ma neanche niente di brutto. Alla peggio ti toccherà di conoscere i fans dei Modena City Ramblers. I Modena City Ramblers sono un gruppo di babbei che va un sacco presso le fighe di sinistra suonando in stile folk irlandese (l’unico genere musicale che può essere suonato solo da chi non è capace di suonare) testi inneggianti alla Resistenza. Ora, mi duole dirlo in questi pessimi tempi di revisionismo, ma se i Fratelli Cervi avessero mai assistito a un concerto dei Modena City Ramblers sarebbero diventati istantaneamente repubblichini.

Essere di Reggio Emilia è un po’ tutto questo. E’ svegliarsi la mattina, turuturututtu, aprire la finestra, vedere una cosa arancione immensa e orrida e contorta e pensare “cristo di un dio, è precipitato un aereo!”… Invece no, è un’opera d’arte. Essere di Reggio Emilia è essere amministrati da gente che ti fa erigere (chiaramente di notte, per non essere linciati dal pueblo inferocito) un monumento di un artista che se non fosse morto, bisognerebbe morirlo. A dire la verità Marco Gerra non merita queste male parole, la sua Opera è piuttosto valida e soprattutto non c’entra un cazzo con quello schifo che hanno eretto per sdebitarsi moralmente delle generose donazioni della sua vedova. Anzi, lui probabilmente si rivolterà nella tomba pensando all’opera per la quale sarà ricordato in eterno da una certa comunità di oloturie*. Essere di Reggio Emilia è insomma offrire all’inqualificabile destra odierna argomentazioni valide sempre fresche. Vabbè, siamo italiani. Ma perdio, essere di Reggio Emilia è anche l’entusiasmo per le manifestazioni culturali come la Notte Bianca del Cinema, che si terrà stasera, Sabato 20 Settembre 2008, per le vie e i palazzi di Reggio Emilia. Giusto ierisera stavano facendo un delizioso sfoggio di advertising 1.0, alla faccia di Vicky Gitto (QUESTO è il bello di essere reggiani). Mi permetterei di segnalarvela. Sono sicuro che i nordafricani che costituiscono il 70% della popolazione locale apprezzeranno moltissimo films come “Il Favoloso Mondo di Amelie” o “Il Castello errante di Howl”.

Buon divertimento.

* l’oloturia è un echinoderma. Vive sui fondali marini e ha la caratteristica di avere come unico strumento di difesa la capacità di rovesciare addosso all’aggressore i propri intestini, ottenendo in tal modo il duplice, encomiabile risultato di terrorizzarlo e di morire.

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Confucio ottobre 2, 2008 alle 18:26

oloturia è il nome dell’ideogramma che gli antichi usavano per significare “stronzo di mare”

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Confucio ottobre 2, 2008 alle 18:27

ci dev’essere un bel mare a Reggio Emilia

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Lo zio Giorgio ottobre 2, 2008 alle 19:05

@ Confucio #1: esattissimamente!

@ Confucio #2: un bellissimo mare, sì… Mi sembrerebbe pleonastico specificare di cosa.

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spad ottobre 2, 2008 alle 19:23

una volta, per far colpo su una tua compaesana, mi sono dichiarato tifoso sfegatato delle Reggina.. non ne è rimasta colpita..

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Davide Tarasconi ottobre 2, 2008 alle 19:38

gli asili migliori del mondo, tanto le università cascano a pezzi – oggi all’ex-Caserma Zucchi quasi filotto di cessi rotti.

era meglio morire da piccoli.

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un uomo ottobre 2, 2008 alle 21:30

Per dimostrare il mio entusiasmo per Reggio Emilia, ci vengo sabato.
In realtà vado a trovare una donna, ma dopo cotanta pompa, ci verrei anche se la donna stesse a Barletta.

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Lo zio Giorgio ottobre 2, 2008 alle 21:52

@spad: stranissimo, infatti il 95% delle ragazze che vivono a reggio sono calabresi…(le reggiane native generalmente si autodistruggono alla nascita per autocombustione generata dalla voglia di figa dei tifosi di cui sopra)

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VuotoSpinto ottobre 2, 2008 alle 21:53

zio,

riguardo le oloturie, dove le sentite certe cose voi giovani, sul TG4?

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Lo zio Giorgio ottobre 2, 2008 alle 21:53

@Davide:
pare che la fiaba di cappuccesso rotto sia nata proprio alle falde della Caserma Zucchi…

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Lo zio Giorgio ottobre 2, 2008 alle 21:57

@un uomo: in fondo che differenza c’è tra Reggio Emilia e Barletta?
In entrambi i posti è tutto un fiorire di tifosi della Reggiana…
P.S.Attento però: le donne di RE, forse per contrastare la loro fama di troie pazzesche, non la danno mai a nessuno! E’ un ragionamento un po’ contorto, però è così…

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Lo zio Giorgio ottobre 2, 2008 alle 22:04

@vuoto spinto: per quanto riguarda i giovani, sappi che c’ho 40 anni suonati col theremin! Per quanto riguarda il TG4, proprio iersera c’era un ottimo approfondimento sui costumi delle oloturie comuniste.

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Babs ottobre 2, 2008 alle 22:24

questo articolo potrei averlo scritto io! Piacentina in esilio forzato tra queste teste quadre maledette! Zio Giorgio quello che hai scritto è ancora poco e sei stato davvero buono….continua ti prego!

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Lo zio Giorgio ottobre 2, 2008 alle 22:38

@Babs: pooovera…Però non è male come idea: Reggio come luogo d’esilio… molto demotivante! Napoleone se ne sarebbe stato buono buono in casa (però diciamo la verità: anche PC non scherza, eh?)

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Babs ottobre 2, 2008 alle 22:45

OOHHHH, io me ne sono andata da Piacenza per la disperazione….ho vinto Bologna e poi per colpe da espiare in vite precedenti (credo di aver trucidato di tutto!!) sono bloccata a Regggio. E da qui…ho rivalutato la mia Piacenza. Soppravvivo solo perchè 3 giorni la settimana lavoro a MILANO!

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sooofo ottobre 3, 2008 alle 03:56

@babs-sorry zio, la ceres mi rende esplicito-
Il maiuscolo è come io lo interpreto, vero?
Sennò è un po’ come vantarsi di aver fatto un frontale con un tram…

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Lo zio Giorgio ottobre 3, 2008 alle 10:55

scusa, sooofo, ma la ceres che hai ingerito tu impedisce a me una corretta decrittazione del tuo messaggio da S.U.D.C.

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Tripudiatore ottobre 3, 2008 alle 11:11

Reggio Emilia è morta, da mò, o comunque boccheggia. E le teste quadre oramai sono un lontano ricordo. Come la “Bassa Alcolica”, che discreti pomeriggi calcistici mi concesse.
Fatto sta che da Milano me ne sono tornato volentieri a Suzzara, che non è sia precisamente diversa da RE

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Alessandro Lanni ottobre 4, 2008 alle 16:42

Nel giorno del federalismo, a proposito dei Modena City Ramblers, ti dico: dopo Sasso Marconi non si sa nemmeno chi siano. Piacciono alle fighe di sinistra e soprattutto milanesi.

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Lo zio Giorgio ottobre 5, 2008 alle 05:05

@Alessandro Lanni: orrore! Quella delle milanesi proprio non la sapevo…

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m.s. ottobre 12, 2008 alle 01:48

Di Rès pure gli Offlaga Disco Pax. Magnifici, anche se teste quadre…

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DaYan giugno 1, 2009 alle 18:30

Se Reggio Emilia non vi piace ANDATEVENE! Non ve l’ha prescritto il medico di vivere qui! A mio avviso Reggio Emilia è una bella città dalla notevole qualità della vita e dalle numerose oportunità. Che sia una città “morta” lo dite voi che evidentemente non sapete dove girare..

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