Caffè degli Artisti pt. I

by Lo zio Giorgio on 19 agosto 2009

(Dunque, vediamo, cosa c’è di rilassante e bello a cui potrei pensare, mentre tu mi parli, mi parli, mi parli, del tutto noncurante che di ciò di cui mi blateri possa non fregarmi nulla, il tuo lavoro è fantastico, sisì, anche a me sarebbe tanto piaciuto fare lo scenografo, ma io ora mi estranierò solo un pochettino e penserò… penserò…oddio, non è facile per niente, mentre te ne stai stretto all’angolo di una lunga tavolata alla quale porca miseria sono arrivato in ritardo ed era rimasto solamente questo posto in fondo di fronte allo scenografo più socievole della storia della scenografia, la forma espressiva para-artistica più da stronzi di tutta la para-arte, ovviamente dopo la fotografia, che è la forma d’arte di chi non ha nessun talento, insomma non è per niente facile pensare a qualcosa di veramente bello per astrarti, forse perchè ciò che mi sta capitando è veramente brutto,veramente brutto,veramente brutto, forse potrei pensare a una mia ex che non riesce a scopare perchè il suo attuale ganzo è diventato come Costanzo, forse potrei pensare a un dittatore globale-totale che abolisce la scenografia e fa deportare tutti i suoi adepti, ma che mi viene in mente, come si fa senza gli scenografi, sono importantissimi, solo che nessuno te lo ha detto da piccolo che o finisci a tavola con uno scenografo di Scorsese o se no ti trovi davanti un cretino sfigato rompicoglioni, maledetto, possa il Matte painting arrivare a lasciarlo completamente senza lavoro, adesso gli chiedo se ha mai lavorato con Scorsese, toh.)

“Ah, davvero?”

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Davide Tarasconi agosto 19, 2009 alle 16:22

Davvero.

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ilanio agosto 19, 2009 alle 17:18

tu hai veramente poco spirito d’astrazione my dear
a me dopo 5 sec la gente parla come i barbapapa’

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Lo zio Giorgio agosto 19, 2009 alle 17:21

Non per spaccare il capezzolo in quattro, ma come diavolo parlano i barbapapà? Da quel che mi ricordo il modo di parlare era l’unica cosa normale che avevano…
P.S. il mio istinto di sherlock holmes mi dice che da come sei stata costretta a digitare barbapapa’ non stai scrivendo da una tastiera italiana. Ora devo solo capire a cosa mi può essere utile questa mia deduzione.

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ilanio agosto 20, 2009 alle 03:01

interloquisco…
XD
i barbapapà (questa è una tastiera italiana) parlano senza muovere la bocca quindi se li vedi senza audio non capisci nemmeno chi cazzo sta dicendo cosa
che infanzia difficile
sono ancora provata

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Artemisio agosto 19, 2009 alle 17:57

No zio, attento a trarre conclusioni affrettate, potrebbe non esser cosi’. E comunque, sopra i fotografi e gli scenografi, ci sono i blogger di successo.

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Lo zio Giorgio agosto 19, 2009 alle 18:08

Santo dio Arte, cosa pensi mai di me proprio tu!?!
Certo che potrebbe non essere così.
Certo che blogger di successo è il più scintillante esempio di ossimoro, come segaiuolo dongiovanni, come latrina profumata, essendo il blogging quell’attività che si svolge negli spazi vuoti che il fallimento della propria vita ti lascia liberi?
Era solo cazzeggio.

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Artemisio agosto 19, 2009 alle 19:46

Mi riferivo agli accenti. Questi: ‘.

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Artemisio agosto 19, 2009 alle 19:48

Ultimamente mi spiego malissimo. La mia ragazza, ad esempio, si risente con astio amaro se la definisco una mia ‘amica intima’.

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Artemisio agosto 19, 2009 alle 19:50

Non farmi così profondo, zio; non scandaglio la realtà fenomenica raschiando il fondo di turpe esistenziali cercando argomentazioni da postare. Non con questo caldo (la crema di sudore sui testicoli ha di questi risultati).

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Lo zio Giorgio agosto 19, 2009 alle 19:53

Ti spieghi effettivamente malissimo, tanto che mi ero ormai definitivamente convinto che eri uno scenografo (non di Scorsese).
La mia sozza ormai non presta più molta attenzione a come la definisco.

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Artemisio agosto 21, 2009 alle 11:32

Sono una rock star, io. O meglio, quando riuscirò a suonare decentemente la mia Peavy da una manciata di euro comprata grossomodo nel 1994, diventerò una rock star. E allora mia madre mi dovrà delle scuse.

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Lo zio Giorgio agosto 21, 2009 alle 18:08

Si chiama Peavey, la tua chitarra, Arte, non Peavy.
Di questo passo la ditta sarà fallita, quando tu sarai diventato una rockstar. E che cacchio.

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Artemisio agosto 21, 2009 alle 19:12

Prendila come una sottomarca polacca di poco valore. Però non puoi risentirti così ad ogni minimo errore, ci resto male.

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Lo zio Giorgio agosto 21, 2009 alle 20:51

Mica mi sono risentito: anzi, l’idea di qualcuno troppo impegnato a mettere a palla il distorsore per leggere cosa c’è scritto sulla paletta della propria scimitarra, alla lunga mi commuove.

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Artemisio agosto 22, 2009 alle 11:11

Hey zio, per chi mi hai preso? E poi, su, non ho scritto Pivi o Parvey, che so, per dirne due. Mancava solo una ‘e’. Magari è solo un semplice refuso e sei giunto alla nefasta, empia, ed errata conclusione che io sia troppo impegnato a produrre un suono graffiante che simuli quello prodotto dallo spostamento di mobilio molto pesante per accorgermene. No, non è così. Sono cresciuto semi-metallaro ma adoro suonare Gilmour.

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Lo zio Giorgio agosto 22, 2009 alle 15:19

Quante storie…io per anni ho suonato una Fener, ma non mi sono mica fatto tutti questi problemi (probabilmente perchè assordato dal rumore di mobilio spostato a casaccio sul pavimento di un negozio di gong).

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