Piero

by Lo zio Giorgio on 22 novembre 2009

Mi capitava, molti anni fa, di affrontare i periodi più duri dell’inverno economico tipico della verde età insegnando armonia jazz in qualche scuola privata. Di tutti i babbei che sono venuti a lezione da me, e ne ho avuti di ogni età, provenienza e strato sociale, quello di cui ho il ricordo più vivo è stato Piero. Piero era un tossico di quelli da manuale, col suo bel giubbotto di jeans, le unghie nere, il tremore delle mani e lo strumento rubato.
Nella comunità di recupero in cui viveva ormai da anni aveva lavorato così sodo che era riuscito a raggranellare il denaro per la retta della scuola (anche se io preferivo pensare che in realtà lo avesse fregato al prete), così da poter realizzare il vecchio sogno – un po’ da tossico – di imparare il Gèzz. A dire il vero non era molto dotato, ma io ero in quella fase giovanile del testone pieno di ideali e dela convinzione che la musica, se ha salvato me, può salvare chiunque dall’abisso. Ragion per cui ho preso immensamente a cuore questo allievo un po’ scalcinato e particolare.

Così, in quei giorni in cui sapevo che avrei avuto Piero a lezione, ero contento; perchè a me i tossici mi fanno ridere. Attenzione, non intendo dire che mi fanno ridere nel senso cattivo, come se mi facessero pena o provassi disprezzo o altre stronzate cielline, no no, e non voglio neanche dire che per una forma di cinismo da quattro soldi mi mettono di buonumore: mi fanno ridere semplicemente perchè li trovo buffi e poetici, come certi grassoni che però si muovono con molta grazia, o come i Presidenti del Consiglio quando vengono fraintesi.
Lo so, sono una brutta persona, ma che ci volete fare, mi dovete prendere così.
Un giorno si è presentato vestito tutto bene, coi capelli ingellati, gli occhiali da sole eccetera, e tutto carico mi ha detto che non poteva più venire a lezione perchè aveva un nuovo lavoro che gli avrebbe portato via moltissimo tempo, e che però mi voleva salutare perchè mi si era affezionato. Io da un lato ero felice perchè mi sentivo in una piccolissima parte artefice della rimessa in carreggiata di quel tizio, dall’altro mi dispiaceva di non poter più discettare con lui di certe tecniche di coltivazione della ganja, campo sul quale la sua sapienza non sembrava conoscere limiti.

Poi, qualche anno dopo, passando in macchina davanti alla stazione, ho visto Piero, vestito da tossico, che svolgeva normali mansioni da tossico, e allora ho sorriso un po’ perchè a me i tossici mi fanno ancora ridere, però mentre mi allontanavo sentivo che un po’ ero morto dentro.

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cptuncino novembre 22, 2009 alle 19:24

per dire a mio cuggino lo han preso in aeroporto a part time.
e io per dire ho capito in vita che soffro di ricorrenti e ne soffro io come i tossici solo che io con le ricorrenti magari faccio una telefonata che non va bene, i tossici altre cose che per loro non van bene, tipo non presentarsi un giorno a lavorare perché ce l’hanno messo per storto.
il trucco secondo me è di eliminare le ricorrenti.

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matman4 novembre 22, 2009 alle 19:43

Pensavo che per suonare il jazz fosse obbligatorio essere tossici.

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Lo zio Giorgio novembre 22, 2009 alle 19:47

@matman: e chi ha mai detto che non lo sia?

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matman4 novembre 23, 2009 alle 13:38

Parecchi.

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ilanio novembre 24, 2009 alle 00:57

io a voi con friendfeed vi odio tutti perchè mi fate sentire decrepita
e poi sono blandamente d’accordo col buon woland perchè mi manca il bambino con la testa mozzata

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Fiammetta novembre 25, 2009 alle 10:07

posto che avrei voluto essere una di quei babbei, non trovi che a questo template manchi solo un compasso e una piramide con l’occhio?

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Lo zio Giorgio novembre 25, 2009 alle 16:31

Scusa, ma da quando un nano mutante naufrago è un simbolo massonico?

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Fiammetta novembre 25, 2009 alle 20:32

Eccerto, perchè del nano massone ho sentito parlare solo io (uno che, come si evince dal tondo, ha casa davanti al mare e sta sempre nudo…ma davvero pensavi che non ce ne saremmo accorti, cribbio?!).
In ogni caso, io mi riferivo all’atmosfera generale del template: sarà la scala di grigio, sarà il simbolismo della nave in tempesta, sarà che ho preso troppo Sargenor.

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Lo zio Giorgio novembre 26, 2009 alle 00:16

Madò, il Sargenor: sei più antica delle caramelle di menta!

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carlito novembre 27, 2009 alle 11:43

casa mia xe nuvoeo

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