X-Gargaroz

by Lo zio Giorgio on 11 maggio 2010

Dando per scontato che nessuno qui sia così imbecille da credere davvero che X-factor possa essere una vera gara con veri e propri vincitori, visto che i concorrenti sono quasi tutti ronzini della SonyMusic, (così come la maggioranza dei partecipanti ad Amici sono brocchi della scuderia EMI), vorrei alzare un gigantesco sopracciglio alla notizia di Elio che accetta il ruolo di giurato nel popolare talent-show.
Potevo capire Morgan, che esaurita l’onda dei Bluvertigo doveva in qualche modo sfamare la bestia orrenda del suo ego, ma Elio, cazzo, Elio no, dai! Uno che non ha mai fatto figure di merda, uno con la testa sulle spalle, nel pieno della sua maturità…
Ma io mi fido ancora di lui, e aspetto fiducioso di vedere cosa succederà (sempre beninteso che la cosa non comporti il dover guardare X-factor).

P.S. Giusto un paio di pensieri da bar sullo stramaledetto format del “talent show”. Innanzitutto è evidente (non è certo una novità) la geniale ergonomicità della cosiddetta formula “reality”: perchè sprecare immense quantità di denaro ed energie in A&R, produzione lunga e complessa e coltivazione di rapporti con artisti nella stragrande maggioranza del caso drogati, cagacazzo, avidi e pestamerde, quando gli strati sociali più soli, ignoranti e abbandonati-da-dio fanno la fila per farsi mungere in cambio dell’illusione di un mesetto di popolarità?
E’ ormai cosa nota, la cosa non costa un tubo e funziona più o meno così: tu scopri grazie al karaoke di essere sempre stato sotto sotto un artìsht, e ti fai le tue selezioni per la trasmissione; qualora ti prendano, (sempre se sei firmato Sony, altrimenti colcazzo) una serie di pervertiti stylist ti conciano in un modo tale che se sei non dico un artista ma una persona normo-dotata in fatto di gusti ti/li ammazzi a sprangate ed è finita lì, altrimenti vuol dire che sei in grado di affrontare quello che seguirà.
Poi, se quei licheni umani che hanno la loro stessa vita in tale disprezzo da passare una serata a guardare xfactor -il pubblico- mostreranno di gradire il tuo impacchettato teatrino (neanche tuo a dire il vero, essendo fatto di un collage di vieti clichè -saranno una dozzina in tutto- cuciti insieme da qualche verme dal lavoro innominabile) allora è fatta! Oddio, fatta, non esageriamo, a Milano c’è la solita catena di montaggio che -solo allora- ti produce a basso costo un Album di cinque (5!) o sei (6!) pezzi (per lo più cover, ma è assolutamente meglio così) da vendere a pochissimi euro, così i ragazzi lo comprano e puoi dire di essere in classifica. Con la Giusona ha funzionato benissimo: per il suo disco dubito abbiano speso più di 20 mila euro, ampiamente recuperati con una 250millina di copie vendute (non insinuo auto-comprate perchè non è carino e soprattutto non ho le fottute prove).
L’anno prossimo il tuo pubblico di stanche ma stizzose amebe si sarà rotto i coglioni del suddetto tuo impacchettato teatrino, e visto che il verme che ti aveva confezionato quello dell’anno prima sarà troppo impegnato con un altro artìsht per potertene preparare uno nuovo, sarai invitato con cortese fermezza ad andartene a fare in culo.

Ora, le persone peggiori che respirano l’ossigeno che dovrebbe essere invece a disposizione di mio figlio e dei suoi figli, potrebbero obiettare che male c’è, business is business, funziona, e quindi che male c’è?
C’è, mie dilette testine di cazzo, che così facendo avete raso al suolo la musica leggera (cioè, forse non sarà del tutto vero, ma è bello da dire). Completamente. Non è che vi siete scavati un canale parallelo, avete spaccato tutto, forse per vendicarvi della questione dei p2p. A voi non cambia nulla perchè tutto ciò che può essere bello o brutto trascende le vostre capacità di interessamento, ma sapete una cosa? Non me ne frega un cazzo neanche a me! Ah! Ah! Perchè io della musica leggera soprattutto italiana me ne strabatto le pallacce! Ma se in passato nel fango del paese-reale-ante-litteram un qualche fiore “pop” è spuntato, state pur certi che da adesso fara molta – ma molta – più fatica.

P.P.S. Indovina indovinElio, che etichetta distribuisce Elio? (toh! la Sony)


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Labadal maggio 11, 2010 alle 14:12

Alla notizia di Elio a X-factor ho sperato in un pesce d’Aprile fatto in ritardo. Poi, come te, ho detto “sapra’ quel che sta facendo”, pero’ l’ho detto con la stessa convinzione che avrei nel vedere un benzinaio accendersi una sigaretta mentre mi fa il pieno.

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smeriglia maggio 11, 2010 alle 14:58

guarderò la sintesi di blob. elio non è ancora sufficiente perché mi metta a guardare x-factor, lo farò quando in giuria ci sarà bach. ma è impossibile, bach è della deutsche grammophon.

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Lo zio Giorgio maggio 11, 2010 alle 15:05

Uhm, secondo me Bach no, era troppo mansueto, ingentilito dalla grazia di Dio e fiaccato da prole pestifera e infezioni oftalmiche.
A me piacerebbe vedere cosa ne farebbe, di DJ Francesco, Beethoven!

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Labadal maggio 11, 2010 alle 18:00

Una puntata di X-factor che venga presentata da un trailer nel quale Dj Francesco esordisce con “Bella di padella” prima di essere inseguito e malmenato da un gruppo di monaci tibetani incazzati, beh, io quella la guarderei.

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Lo zio Giorgio maggio 11, 2010 alle 21:17

Avevo letto “da un gruppo di monarchici incazzati”, e devo dire che sarebbe stato bellissimo lo stesso.

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boiazza maggio 12, 2010 alle 18:05

l’unica speranza è che passi tutto il tempo a prendere maionchi, mori, concorrenti e pubblico pesantemente per il culo.
per poi vedere quanto tempo ci mettono i suddetti a capire che li sta prendendo pesantemente per il culo.

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Labadal maggio 12, 2010 alle 22:56

@boiazza
Il problema è che prendere per il culo qualcuno “da fuori” è una cosa (ed è quello che Elio ha sempre fatto). Far parte della cricca e prenderli per il culo suonerebbe quantomeno ipocrita.

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Artemisio maggio 14, 2010 alle 11:09

La sua è una missione degna di un moderno Cristo musicante: vuole sollevare dal brodo di fango e merda equina in cui verte la qualità e lo spessore diciamo teorico e tecnico del programma, dando giudizi sensati, per lo meno da un punto di vista grammaticale e lessicale. Io la vedo così, da un uomo che si ostina a non sfoltire la sua arcata sopraccigliare, nonostante tutto. Lo stimerò per sempre.

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boiazza maggio 17, 2010 alle 09:59

@Labadal
effettivamente questo concetto mi ricorda la gialappa’s (l’ultima volta che ho riso per la loro ironia avevo ancora i capelli) che da dieci anni continuano a fare trasmissioni di presa per il culo di quei pazzih del grande fratello.
la coprofagia è diventata quindi una normale abitudine.
è comunque sarebbe ora di dire che da quando è morto Feiez che elio non azzecca più un disco.

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