Bloc-notes di fortuna e straccetti di cavallo

by Lo zio Giorgio on 14 aprile 2009

Stamattina ho aiutato lo stalliere ad assistere al parto di Federica.
Egli, mentre armeggiava con guanti di gomma nella patonza della cavalla producendo rumori che mi toglieranno il sonno da qui a fin che campo, mi spiegava la sua teoria secondo cui bisognerebbe annotare sempre tutto.
Vede, caro mio -mi diceva- ci sono due tipi di mente: la mente a cui vengono buone idee, e la mente a cui assolutamente no.
Purtroppo, per sua stessa natura e conformazione, la mente capace di generare buone idee non è in grado di trattenerle per più di 2 o 3 minuti, spesso ancora meno. E le buone idee si dissolvono come sogni di mezza estate.
Au contraire, la mente foriera di idee farlocche e ammuffite ha una titanica capacità di stoccaggio, una memoria elefantina nel serbare in eterno infinite idiozie sempre fresche e pronte all’uso. Insomma, annotare le idee è un’eccellente idea, per questo che nessuno ne prende mai nota.
Il problema è che noi vorremmo sempre farlo su un supporto all’altezza della situazione, ma quando arriva l’ispirazione le batterie del macbookpro sono quasi sempre scariche, il palmare è tutto sporco di cocaina, e ci tocca annotare la nostra idea su di una sottiletta, un DVD, un fagiano, insomma mezzi di fortuna. Per cui dopo un po’ si rinuncia. E si affidano i frutti dell’ispirazione alla nostra (labile) memoria, che lascia svanire nel nulla tutte quelle piccole intuizioni che avrebbero contribuito a rendere migliore la nostra quotidianità, il nostro lavoro, la nostra vita. Provate invece ad immaginare di trovare, sepolti nell’armadio, quei pantaloni che non mettevate da tre anni, chissà dove erano finiti…Li rivoltate, e nelle tasche -toh!- ci sono tutte le buone idee che avete avuto nel 2005.

È assolutamente incapace di ferrare le bestie difficili, ma è proprio un brav’uomo, il mio stalliere. Invece Gianni Rodari II° è un bellissimo cavallino, sta benone e pesa 40 kg. Non so se augurargli di finire sotto il sedere di qualche figaccia boriosa e figlia-di-papà o di costituire la seconda portata di un pranzo aziendale sotto forma di straccetti.
Devo ricordarmi di iscriverlo alla mostra equina, quando è grande.
Me lo annoterò su un calzino.

{ 8 comments… read them below or add one }

sunofyork aprile 14, 2009 alle 19:13

individuo singolare lo stalliere neuroscienziato

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alessandra aprile 14, 2009 alle 20:17

ho avuto anch’io la stessa impressione con la mucca di un mio amico allevatore. incredibile!!

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Artemisio aprile 14, 2009 alle 20:35

Il fatto che il post sia stato annoverato sotto la categoria Bere fa male (?) dovrebbe costituirne una significazione più che sufficiente per capire perché tu ti sia trovato col buon stalliere ad ascoltare scorregge vaginali di cavalla partoriente.
A meno che il tutto non sia da considerarsi un modo molto “zio Giorgio” per annunciarci la nascita di un figlio, rappresentando nella fattispecie la cavalla la vostra consorte (con venerabile rispetto parlando), lo stalliere l’ostetrica, il bloc-notes un fazzoletto bianco imbevuto di sangue uterino, gli straccetti di cavallo il feto e lo zio Giorgio lo zio Giorgio.

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Woland aprile 14, 2009 alle 21:46

Mi faresti la cortesia di dirmi dov’ è che ti sei annotato il memorandum per evitare in futuro di assistere ad altri parti equini?

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ilanio aprile 15, 2009 alle 00:53

OH… CRAP!
…mi sono dimenticata cosa volevo scrivere…
devo prenderlo come un colpo imprevisto di genialità o come il primo sintomo dell’Alzheimer ?

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Woland aprile 15, 2009 alle 10:04

No, Ila. Prendila così, non ti preoccupare, tanto avrò da lavorare. Mogol non serve a niente, ma in questi casi dà delle coordinate.

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cptuncino aprile 15, 2009 alle 16:06

io sarei per la prima. la prima è più o meno sempre a botta sicura mentre la seconda si capisce se è buono o non buono solo quando è un po’ tardi per fare altro.
la prima….senza dubbio.

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Fiammetta aprile 16, 2009 alle 15:30

azz, m’è scappato il fagiano.

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