La favola triste del brutto anatroccolo al conrario

by Lo zio Giorgio on 4 marzo 2011

C’era una volta una bimba bellissima.
La pelle ambrata, le labbra ambrate, lo sguardo ambrato, sembrava una bimba di quelle bellissime, di quelle ambrate. Di quelle che tutti gli amici di famiglia, gli amici del fratello, gli amici del bidello, si sentono in colpa al solo vederla, si sentono in colpa per il solo sospetto di serbare sotto sotto un qualche scintilla di amor pedofilo.
Dio, che senso di colpa dev’essere, sentirsi sporchi fottuti pedofili, vedere una bambina innocente e bella come un fiocco di neve sì, ma anche sensuale e spaventosa come un mare in tempesta e dover pensare che ne so, per pensare a qualcosa di meno pedofilo, tipo a che odore devono avere le mutandine di Dakota Fanning, per esempio.
Ma la bimba crebbe, e non mantenne la promesse, le promesse di bellezza.
Chi lo avrebbe mai detto che quelle labbra si sarebbero assottigliate, che gli occhi avrebbero perso lo stupore e si sarebbero fatti accigliati e duri, che i capelli si sarebbero fatti grevi e crespi ma soprattutto che le tette sarebbero cadute nel brodo?
A quel punto la ex bimba ex bellissima aveva due opzioni davanti:
diventare una donnetta salace, triste, studiosa, agra, e giocare sull’intelligenza triste studiosa e agra di una ex bambina bellissima figlia di papà la sua rivalsa su un mondo sleale e pezzodimerda che truffaldinamente le aveva promesso un’esistenza di principessa bellissima; oppure prenderla con spirito, piangere il proprio splendore perduto, giusto per il tempo di due sbronze con le amiche, e accettare lo stupido scherzo della vita, di una bellezza promessa e non mantenuta, di una carta di identità di “bella” con data di scadenza, vivendo così serenamente il resto dei propri giorni.
Ma tutto ciò non ha ormai più alcuna importanza, perchè quello che conta è quello che pensò l’ispettore Lo Greco firmando il rapporto sulla morte accidentale del brutto anatroccolo al contrario, morte avvenuta a causa di un depilatore elettrico incautamente lasciato in prossimità della vasca da bagno.

(in realtà volevo parlare dell’ispettore Lo Greco, ma mi sono un po’ perso)

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Woland marzo 5, 2011 alle 11:34

Ce ne hai messo. “Laic”.

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Lo zio Giorgio marzo 5, 2011 alle 20:19

Madò, Wol

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